Mercoledì scorso sarebbe stato il 50° anniversario di matrimonio dei miei nonni.
Da quando mio nonno, Walter, è mancato due anni fa, mia nonna, Doris, ha deciso di commemorare la giornata cenando nello stesso ristorante che frequentavano ogni anno.
Indossando la camicetta e la spilla che lui le aveva regalato, ha ordinato il loro solito pasto e ha lasciato una mancia del 20%, il massimo che poteva permettersi dopo aver risparmiato il biglietto dell’autobus. Mentre si preparava ad andarsene, la sua cameriera, Jessica, ha preso in giro ad alta voce la mancia e ha fatto un commento crudele sul fatto che fosse sola, lasciando mia nonna in lacrime.
Quando la nonna me lo ha raccontato la mattina dopo, ho deciso di non pubblicare l’accaduto online o di fare una scenata. Ho optato invece per una forma di giustizia più silenziosa. Ho prenotato a mio nome, ho chiesto espressamente a Jessica se poteva servire al nostro tavolo e ho portato un’amica. Ci siamo vestite elegantemente, abbiamo ordinato una cena sontuosa e le abbiamo fatto credere che avrebbe guadagnato una mancia generosa.

Quando arrivò il dessert, le diedi una busta che non conteneva soldi, ma tovaglioli piegati.
