Tre giorni prima del nostro viaggio da sogno per l’anniversario alle Maldive, ho avuto un ictus. Mentre giacevo a letto in ospedale, incapace di muovermi, mio marito mi ha chiamato… dall’aeroporto. “Rimandare è troppo costoso”, ha detto, prima di riattaccare. Quella chiamata ha cambiato tutto e ha innescato un piano che non aveva previsto.
È successo tre giorni prima del nostro viaggio di anniversario alle Maldive. Stavo tagliando i peperoni per cena e all’improvviso mi sono ritrovata per terra.
Il coltello mi cadde accanto e uno strano torpore mi pervase il lato sinistro del corpo. La mia bocca non riusciva a formare parole. I miei pensieri sembravano intrappolati dietro un vetro appannato.
Jeff era lì pochi istanti dopo; il suo volto era una macchia sfocata sopra il mio. La sua voce era acuta ma distante, come se provenisse dall’acqua.
Stava urlando il mio nome? Stava chiamando il 911? Volevo chiedergli di non lasciarmi, ma le parole mi sono rimaste impresse.
Arrivò l’ambulanza. Furono eseguiti gli esami. Parole come “ictus ischemico moderato” e “paralisi facciale parziale” mi aleggiavano intorno.
