Due anni dopo la morte di mio marito, ho finalmente osato mettere in ordine le sue cose in garage: quello che ho trovato mi ha cambiato la vita

Ho chiesto a Lily il suo indirizzo e, quando ci siamo resi conto che distava circa venti minuti, sono andato a casa sua.

Quel primo giorno abbiamo parlato per ore, raccontandoci storie e ricomponendo il puzzle della vita di Mark. Lily aveva 17 anni, era alle soglie dell’età adulta.

Mentre mangiavamo una torta al lime e una cioccolata calda, Lily mi ha raccontato della sua infanzia, dei suoi nonni e del suo sogno di studiare fotografia.

Una torta fatta in casa su un bancone | Fonte: Midjourney

Una torta fatta in casa su un bancone | Fonte: Midjourney

“Questo non è un lavoro da pigri, come dice mio nonno”, sorride. “Si tratta di… catturare un momento che non rivivremo mai più. E ho perso un sacco di bei momenti nella mia vita, sai? Ci sono momenti su cui mi interrogherò sempre. Ricordi che avrei potuto avere con mia madre. Con mio padre…”

“Penso che sia un’idea deliziosa, tesoro”, dissi. “Devi mostrarmi una delle tue opere un giorno, ok?”

Lei sorrise e annuì.

Voleva sapere tutto di Mark. Il Mark che avevo incontrato per la prima volta e di cui mi ero innamorata.

Una macchina fotografica su un tavolino da caffè | Fonte: Midjourney

Una macchina fotografica su un tavolino da caffè | Fonte: Midjourney

Nei mesi successivi, Lily e io abbiamo costruito un rapporto che sembrava fragile e inevitabile.

Abbiamo trascorso ore a guardare le foto, ridendo e piangendo mentre riempivamo i vuoti nelle nostre vite.

Lily mi ha raccontato il suo ricordo più caro di Mark: quando le insegnava a far rimbalzare i sassi sulla riva di un lago vicino alla casa dei nonni. Gli ho raccontato della sua orribile abitudine di cantare stonato in macchina per farmi ridere. Non gliel’abbiamo detto, ma credo che entrambi lo abbiamo provato.

Album fotografici su un tavolo | Fonte: Midjourney

Album fotografici su un tavolo | Fonte: Midjourney